Condivisione del Letto

14.11.2017

CONDIVISIONE DEL LETTO NEL PRIMO ANNO DI VITA: LE DIFFICOLTÀ DELLA SCIENZA 

Il dibattito scientifico inerente i rischi e i benefici sulla condivisione del letto, è iniziato negli anni '90 e ad oggi non è stato ancora risolto e non sarà destinato a scomparire nel breve periodo; i molteplici studi relativi al rischio della morte improvvisa del lattante (SIDS) legato alla condivisione del letto con igenitori, non si possono limitare ad un semplice conteggio di quanti siano a favore e quanti contro. Le raccomandazioni fornite dall'Amercan Academy of Pediatrics ad oggi sconsigliano la condivisione del letto, soprattutto in alcune condizioni (obesità, utilizzo di farmaci induttori del sonno, apnee notturne, ecc: problemi piuttosto tipici della popolazione americana); ma negli altri casi, il rapporto rischio/beneficio, quale potrebbe essere? (scrivo "potrebbe" perché come si leggerà di seguito gli studi spesso sono antitetici).
Proviamo a fare un'analisi dei benefici.
1) Storicamente gli esseri umani hanno utilizzato e utilizzano il naturale modello comportamentale dei mammiferi: le madri dormono nelle immediate vicinanze dei loro piccoli; nei paesi africani e asiatici è una pratica che si è mantenuta nei secoli senza far prevalere l'aumento della mortalità, pratica che è andata sempre più a diminuire in America e in Europa (e mi permetterei di dire: senza certe diminuzioni della mortalità).
2) Nei paesi occidentali, nel corso dei primi tre mesi di vita la condivisione del letto (come la presenza di bedside cots) facilita l'allattamento al seno -che tra i molti benefici, è un fattore protettivo per la SIDS- con minori cali dell'allattamento nei mesi successivi.
3) L'aumento del cortisolo contribuirebbe a determinare una maggiore reattività fisiologica.
4) Non sono state dimostrate associazioni tra condivisione del letto e insorgenza di HIV nelle famiglie con genitori affetti da HIV, malattia meningococcica e tigna del cuoio capelluto.
5) Incoraggia l'autonomia (altri studi affermano il contrario, vedi di seguito).
6) Nel maschio la condivisione del letto fino a 5 anni, genererebbe maggiore autostima e minore insorgenza di stati d'ansia; nella femmina genererebbe minor disagio al contatto fisico in età adulta.
7) Non è chiara l'associazione tra condivisione del letto e rischio di SIDS
L'analisi dei rischi nella condivisione del letto, prende origine dai riferimenti biblici (I Re III, 19) e gli insegnamenti del medico greco Sorano di Efeso, in cui si riporta che: "il neonato non deve dormire con la nutrice, soprattutto all'inizio...." per il rischio di schiacciamento e soffocamento.
1) Ci sono segnalazioni di aumento della depressione in bambini che hanno condiviso il letto con i propri genitori, soprattutto in alcune nazioni (Australia, Irlanda, Stati Uniti, Barbados); l'ansia dei genitori arriva talvolta a far sì che venga svegliato il neonato per valutarne lo stato di salute e portarlo nel proprio letto.
2) La condivisione del letto (papà, mamma, neonato) in uno studio condotto nelle Filippine è stata associata con un tasso di testosterone paterno significativamente più basso.
3) E' stata ampiamente associata a maggiori problemi del ritmo notte-veglia con prevalenza per i momenti di veglia.
4) E' stato riscontrato un aumento della temperatura basale nella prima fase del sonno ed un ulteriore aumento della temperatura nei momenti in cui la faccia era coperta da lenzuola (l'aumento della temperatura è un fattore di rischio per la SIDS).
5) Un certo numero di disturbi somatici sono stati maggiormente riscontrati nella età più adulta di bambini che avevano condiviso il letto: cefalea, malattia da reflusso gastro-esofageo, dermatiti, convulsioni febbrili, obesità.
6) Sono stati segnalati inoltre associazioni tra condivisione del letto ed aumento dei comportamenti aggressivi e maggiore difficoltà all'apprendimento.
7) Ci sono correlazioni tra aumento del rischio di morte improvvisa e condivisone del letto data da casi di soffocamento e strangolamento (SUUID) In altrettanti studi, queste correlazioni sono smentite.
Data la complessità dell'argomento, in attesa di una più ampia risposta scientifica multidisciplinare, sapendo bene che sconsigliare indiscriminatamente a tutti i genitori la condivisione del letto potrebbe aumentare il rischio di addormentarsi con i propri bambini in braccio in luoghi inadatti come divani e poltrone, si possono suggerire ai genitori che preferiscono condividere -oltre alla propria stanza- anche il letto con il proprio neonato, alcune indicazioni per un sonno più sicuro: il neonato deve dormire in posizione supina (a pancia in su), su una superficie rigida o semirigida, senza cuscino, senza alcun oggetto, eventualmente coperto (ad esclusione della faccia) da un semplice lenzuolo o da un sacco nanna, in un ambiente con una temperatura invernale non elevata (<21°), è sicuramente preferibile che non dorma tra i genitori, ma tra uno dei due (quasi sempre la mamma) e il bordo del letto affiancato da una "bedside cots" ovvero una culla da affiancare al lettone.
La condivisione del letto rimane sicuramente sconsigliata per i genitori obesi, fumatori, alcolisti, o che utilizzano farmaci induttori del sonno, inoltre è sconsigliata nei lattanti pretermine, per quelli piccoli per età gestazionale e per i neonati allattati artificialmente.
(Dott. R. Ristori)

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